Ciao Amedeo

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da Segreteria

del sabato, 15 aprile 2023

Tutta la scuola è vicina alla famiglia di Amedeo che ci ha lasciati Martedì scorso.
Vogliamo ricordarlo con i pensieri che hanno scritto i compagni di classe e gli insegnanti.

Ciao Amedeo.
Non troviamo le parole per esprimere il dolore che ci affligge, ora che il tuo banco è vuoto e al tuo posto ci sono solo mazzi di fiori. Quando ci hanno detto che te n’eri andato non ci potevamo credere: la realtà ci ha travolti e molti di noi non hanno ancora metabolizzato. Risuonano ancora nelle nostre menti le parole di tua sorella e le lacrime che le hanno accompagnate.
Non ci sono parole adatte a descrivere le emozioni che proviamo in questo momento. La sorpresa, l’incredulità ed il dolore si mescolano in un turbine che ci avvolge e ci risucchia nei ricordi. Nella nostra mente sono ancora impresse le immagini di quando ti abbiamo visto per la prima volta all’open day: eri già il più alto e anche il più timido e silenzioso e fin dall’inizio pensavamo che fossi un ragazzo intrigante e con tanto da offrire. Sei sempre stato umile e disponibile e, forse, anche un po’ impacciato, e per qualsiasi cosa ti scusavi sempre. Eri una persona sensibile, di poche parole, ma sempre pronta ad aiutare il prossimo senza farti problema alcuno. Ci ricordiamo di quando giocavi nell’intervallo a scacchi, dei tuoi discorsi su argomenti che ti interessavano, come il relativismo di Einstein, oppure di quando siamo usciti per fare un giro ad Alba tutti insieme.
Ci dicono che nella vita tutti i problemi possono trovare soluzione, che dobbiamo essere forti, ma è impossibile non provare un senso di colpa per non aver saputo vedere la tua sofferenza. Averti visto ogni giorno ci fa riflettere su quanto le persone, dentro di loro, abbiano un mondo, e di come non sempre si riesca ad esplorarlo davvero.
Porteremo sempre con noi i ricordi di questi anni passati insieme e speriamo che tu abbia trovato la pace che tanto meriti.

La tua classe

Si è già detto molto di Amedeo: noi docenti, per il tempo che abbiamo condiviso, non possiamo che riconoscerci in quello che i suoi compagni hanno scritto, ripensando a lui.
Nella nostra memoria c’è il sorriso leggero, timido, mite e gentile, che ha regalato a tutti noi, al liceo.
Nei nostri sguardi, ora, un banco vuoto e fiori bianchi, simbolo della vita e testimonianza dell’affetto che abbiamo provato e proviamo.
Nei nostri pensieri, il dolore all’idea di non poter continuare ad accompagnare un ragazzo, da poco incontrato, nel suo cammino di crescita. Il dolore all’idea di non poter continuare ad osservare con “timido rispetto”, come scrive Manzoni, lo sbocciare di un delicato fiore sul suo fragile stelo.

E quante fragilità, ci sono, anche in noi, Amedeo.
Ci chiediamo, da giorni, quello che non abbiamo saputo vedere o ascoltare, mentre cercavi il tuo senso, magari tra le pagine dell’ultimo libro che abbiamo notato tra le tue mani.
Non abbiamo risposte.
Eppure, abbiamo bisogno di dire, di dirci quello che sentiamo.
Lo ribadiamo, a noi stessi e ai nostri ragazzi: dobbiamo imparare a trovare le parole per raccontarci, chiedere aiuto, dar voce alla rabbia o alla gioia. E dobbiamo imparare a stare accanto, ad accogliere, a offrire tempo e vicinanza.
Invece, lo sguardo perennemente rivolto ad un piccolo schermo luminoso, soli e in silenzio, navighiamo in cerca di una distrazione da chi siamo, da quello che proviamo.

Il nostro ricordo di Amedeo, a questo punto, diventa un augurio.
Ripensare ad Amedeo, oggi, domani, sempre, non sia solo lo sforzo di mettere a fuoco un volto.
Ricordiamo Amedeo ogni volta che leggiamo un libro.
Ricordiamo Amedeo tutte le volte che sentiamo il desiderio di capire o imparare, ogni volta in cui alleniamo la nostra mente, con o senza le pedine degli scacchi.
Ricordiamo Amedeo ogni volta in cui abbiamo o avremo occasione di tendere la mano ad un nostro amico caduto a terra.
Ricordiamo Amedeo quando chiederemo aiuto perché saremo caduti a terra.
Ricordiamo Amedeo se e quando avremo il coraggio di incrociare lo sguardo di una persona che incontriamo sul nostro cammino, se e quando avremo il coraggio di essere ed esserci.

Non sappiamo dove sia Amedeo adesso. Magari è qui dietro di me e mi dice di darci un taglio…
Auguriamoci di ricordare sempre Amedeo nei nostri gesti quotidiani. Così, ne siamo sicuri, sarà fiero di noi.

Ti salutiamo, Amedeo. Ci mancherai sempre.

I tuoi insegnanti