Sì può avere una scuola dove gli studenti sono responsabili in prima persona dei propri apprendimenti? Dove l'insegnante sceglie e prepara i materiali per le unità didattiche, ma poi lascia che ogni studente le affronti in autonomia, con i propri tempi e seguendo le proprie inclinazioni, chiedendo aiuto quando necessario e mostrando i propri progressi senza scadenze imposte? Sembrerebbe di sì, a giudicare dagli ottimi risultati del dipartimento di IT della TGM di Vienna, che le nostre professoresse Cherubini, Pera e Trucco hanno visitato nell’ambito del job shadowing previsto dal progetto Erasmus+.
L'idea di una scuola diversa nasce in un quartiere di Berlino con un tessuto sociale molto problematico e una forte dispersione scolastica. Nel giro di pochi anni la determinazione e la spinta innovativa coraggiosamente portata avanti dalla professoressa Margaret Rasfeld hanno trasformato una scuola "difficile" in un modello di eccellenza studiato in tutta Europa. Fra i primi a imitare l'esperienza berlinese c'è stata la scuola di Vienna che abbiamo visitato nell'ambito del progetto Erasmus.
La TGM è una scuola tecnica con 2800 studenti, organizzata su vari dipartimenti con indirizzi di studio diversi. La metodologia degli open learning offices è al momento applicata in 2 delle 4 sezioni del dipartimento IT, sulle materie tedesco, inglese, storia e geografia, matematica, scienze (che include chimica e fisica) e software development. La scuola dura 5 anni come da noi e si conclude con un esame finale; l'orario va dalle 33 alle 37 ore settimanali, distribuite in modo da includere anche il pomeriggio, un giorno alla settimana addirittura fino alle 18!
Nelle sezioni sperimentali 20 ore settimanali sono dedicate agli open learning offices, mentre le rimanenti sono riservate alla didattica tradizionale. In queste 20 ore gli studenti scelgono liberamente a quali learning offices partecipare, è nella loro responsabilità non trascurare nessuna materia: si ritroveranno quindi in numero variabile, anche con compagni di altre classi o di anni diversi. In questi "laboratori" di formazione gli studenti ricevono del materiale appositamente preparato dagli insegnanti, suddiviso in moduli della durata di qualche settimana. I materiali sono comuni per le classi. Essendo i compiti distribuiti in più settimane e di carattere progressivo, gli studenti devono tenere traccia degli apprendimenti acquisiti ad ogni Learning office, per poter proseguire con il successivo. Si costruiscono in questo modo delle proprie dispense didattiche,anche in collaborazione con i compagni. Nel materiale preparato dall’insegnante c'è una parte teorica che devono leggere e capire per poter rispondere a quiz formativi, poi ci sono esercizi di difficoltà crescente e un test finale di unità. Questo test viene visto e valutato dall' insegnante, ma è una valutazione soltanto formativa. Non ci sono scadenze predefinite uguali per tutti, ognuno lo consegna quando crede. Possono esserci anche compiti aggiuntivi che gli studenti più bravi possono svolgere per ottenere una valutazione migliore. In ogni caso non ci sono compiti a casa, tutto avviene a scuola. L'insegnante funge da coordinatore e supervisore, è sempre presente per rispondere a domande o discutere con gli studenti la soluzione degli esercizi, ma soltanto su loro richiesta. Sull'esercizio finale di unità il docente compila una scheda che tiene conto di vari fattori.
La valutazione vera e propria avviene tramite dei test che sono uguali per tutte le sezioni, sperimentali e non, dei vari indirizzi: due nel primo semestre e uno nel secondo. Questi test sono un po' come le nostre prove comuni, ma sono preparati a turno da un solo insegnante, perché il materiale sul quale i ragazzi e le ragazze si sono preparati è lo stesso per tutti.
Funziona? Pare di sì. La TGM è monitorata sia sui risultati sia sul grado di soddisfazione e motivazione degli studenti da esperti dell'università di Vienna e il confronto fra gli studenti delle sezioni sperimentali e quelli delle sezioni tradizionali rivela un grande vantaggio per i primi, soprattutto per quanto riguarda la motivazione: dopo una prima fase di sconcerto iniziale che spinge i più pigri a scegliere la scuola tradizionale, la maggior parte degli alunni non tornerebbe indietro per nessuna ragione al mondo.
Potrebbe funzionare anche da noi? Difficile dirlo, certo le difficoltà sarebbero molte, ma sicuramente è valsa la pena di studiare questo sistema e varrà la pena di discuterne.
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da Segreteria
del mercoledì, 30 ottobre 2024